Le piante esotiche che vivono nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana

Forsizia

AVIGLIANA – Le piante esotiche che vivono nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana. Il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana è una vera e propria oasi di biodiversità, che però negli ultimi anni non è scampata ad un pericolo crescente: l’invasione delle piante esotiche. Si tratta di specie non originarie della zona, introdotte dall’uomo volontariamente e non. Queste hanno trovato qui il loro habitat ideale e si stanno diffondendo. Oggi quelle invasive sono circa 34. Tra queste l’ambrosia artemisiifolia, pianta con elevate potenzialità allergeniche che nel mese di agosto è causa di molte asme bronchiali e riniti allergiche.

SPECIE COLTIVATE ED AVVENTIZIE

Da sempre l’uomo ha introdotto piante in zone diverse da quelle originarie. A volte lo ha fatto volontariamente, come nel caso delle patate e dei pomodori importanti dopo il 1492 dall’America. Alcuni esemplari sono stati importati per ornamento, come le bouganville e le mimose in Costa Azzurra. Si parla in questo caso di specie coltivate. Le avventizie sono arrivate accidentalmente, attraverso spostamenti di persone e merci.

LA PIATTAFORMA INATURALIST

La guardiaparco Valentina Mangini ha effettuato una ricerca approfondita su queste piante e sulla loro diffusione. Le specie sono state quindi segnalate sulla piattaforma iNaturalist, un grande progetto creato nel 2008 da tre ragazzi iscritti all’Università della California, che oggi è tra i più riusciti esperimenti al mondo per mappare la biodiversità. Qui vengono condivise foto e si possono scambiare osservazioni con appassionati ed esperti di natura in ogni parte del mondo. Il tutto con l’obiettivo di fornire preziosi dati a progetti di ricerca scientifica e agenzie di conservazione. Il progetto è stato definito un portabandiera per le applicazioni mobili di storia naturale. Nel 2019 la piattaforma registrava 25.600.000 osservazioni di piante, animali e altri organismi in tutto il mondo.

LE SPECIE ESOTICHE NEL PARCO DEI LAGHI DI AVIGLIANA

Nel parco si sono diffuse e si riproducono ormai autonomamente l’acacia e l’albero del paradiso, specie introdotte nel XVII secolo in parchi e giardini. Queste piante, per la loro grande capacità di adattamento, sono state in seguito utilizzate per il consolidamento di terreni franosi e scarpate ferroviarie o stradali. Si sono così diffuse a macchia d’olio. Alcune specie che coltiviamo nei nostri giardini e che ci regalano bellissime fioriture, si stanno rivelando terribilmente invasive. È il caso della forsizia, che in primavera colora di giallo boschi e giardini e del caprifoglio giapponese. Il poligono del Turkestan, un magnifico rampicante che produce masse di fiori bianchi in autunno, sta invadendo la sponda nord-est del Lago Grande.

DUE PIANTE PERICOLOSE

Altre piante, oltre ad infestare l’ambiente, rappresentano un vero pericolo per la salute delle persone. È il caso della sopraccitata ambrosia artemisiifolia, estremamente resistente e dotata di un polline fortemente allergenico, che nel periodo estivo è responsabile di molte manifestazioni asmatiche e oculo-rinitiche. Fortunatamente la sua presenza si è ridotta negli ultimi anni. L’ uva turca è invece una pianta tossica per l’uomo in tutte le sue parti. Le sue bacche di colore bruno non vanno assolutamente consumate perché se ingerite possono risultare fatali.

LE PIANTE CHE INVADONO LA PALUDE DEI MARESCHI

La zona della Palude dei Mareschi da anni vede la presenza della verga d’oro, una pianta erbacea perenne alta sino a due metri che da giugno a settembre regala bellissime fioriture di colore giallo intenso. Si moltiplica molto in fretta ed inibisce la crescita delle altre piante mediante sostanze che immette nel suolo attraverso le radici. Molto diffusa è anche la buddleja, comunemente chiamata albero delle farfalle. Nonostante il suo nome idilliaco, forma densi popolamenti che soppiantano la vegetazione originaria, riducendo così la biodiversità e modificando la fisionomia del paesaggio. Questa specie impedisce inoltre la rinnovazione naturale nei boschi. Un’altra minaccia è rappresentata dal bambù, che con la sua crescita smisurata soffoca la vegetazione locale. Con l’obiettivo di cartografare la sua presenza in Piemonte e Valle d’Aosta è stato avviato il progetto “BambApp”, i cui risultati sono consultabili sul seguente link.

LA ZONA COLLINARE DEL PARCO

In questa parte del parco erano già presenti piante non autoctone come l’acacia, il fico d’India nano, l’iris, la quercia rossa americana e la paulownia tomentosa. Questa specie è originaria della Cina ed è arrivata in Europa ad inizio 800, importata dalla “Compagnia Olandese delle Indie Orientali”. Deve il suo nome alla principessa russa Anna Pavlovna, figlia dello Zar Paolo I ed è caratteristica per la sua spettacolare fioritura lilla-violetto in aprile. A queste si sono aggiunte negli ultimi anni l’albero delle farfalle, l’uva turca, l’impatiens glandulifera, il larice del Giappone e la palma del Giappone. Questa palma, molto diffusa nei nostri giardini, ha il tronco ricoperto da un fitto intreccio di fibre brune e le foglie a ventaglio. Si diffonde molto facilmente perché produce una gran quantità di semi, ma insediandosi nel sottobosco, impedisce la crescita delle piante autoctone.

ALCUNE PIANTE SONO UTILI

I fiori d’acacia sono profumatissimi e regalano un delizioso miele. In ambito erboristico sono utilizzati per i loro benefici su intestino e gola. Ricchi di tannini, oli essenziali e glucosidi, esercitano un’azione astringente, antisettica e antinfiammatoria, oltre che favorire il rilassamento e contrastare l’insorgere del mal di testa da stress. L’amaranto, considerata una pianta infestante, ha proprietà astringenti e rivitalizzanti. Le sue foglie hanno un sapore simile a quello degli spinaci.

NEI GIARDINI PRIVATI

Nei giardini privati attorno al Lago Grande, così come in tutta Avigliana, oggi vegetano molte specie esotiche e mediterranee. Introvabili fino a 50-60 anni fa, sono state piantate a scopo ornamentale e si sono adattate al nostro clima, diventato nel frattempo più mite a causa del riscaldamento climatico. Favorite anche dal microclima lacustre, in molti casi non necessitano più di grandi protezioni durante la stagione invernale. Tipici esempi sono il banano, le palme, gli oleandri, gli ulivi ed i bambù. Questo fenomeno interessa meno le sponde del Lago Piccolo, dove non è presente un gran numero di abitazioni.

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Testo di Andrea Carnino. Iscriviti alla nostra pagina Facebook L’Agenda News: clicca “Mi Piace” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia! Segui e metti mi piace al canale YouTube L’Agenda.